Mostra Passata – NAVATE

24 Maggio - 8 Settembre 2013

Mike Kelley

Eternity is a Long Time

A cura di Emi Fontana e Andrea Lissoni

“Mike Kelley: Eternity is a Long Time” è una mostra unica che approfondisce il lavoro dell’artista statunitense Mike Kelley (Detroit, 1954 – Los Angeles, 2012) in un percorso aperto che si snoda tra installazioni, video e sculture realizzate principalmente tra il 2000 e il 2006: opere di grande intensità che rappresentano al meglio il complesso e visionario universo espressivo di una delle figure più influenti dell’arte contemporanea.

Un intreccio di elementi culturali e ricordi autobiografici caratterizza l’opera di Mike Kelley: il rapporto con l’educazione, il legame con l’architettura modernista, la relazione con la tradizione della pittura e della letteratura statunitense, il confronto con la cultura popolare e vernacolare, i riti iniziatici giovanili e gli stili delle sottoculture musicali.
La mostra si apre con Extracurricular Activity Projective Reconstruction #1 (A Domestic Scene) e Runway for Interactive DJ Event, due installazioni (presentate insieme alla prima personale italiana di Mike Kelley presso la Galleria Emi Fontana di Milano nel 2000) che rappresentano una svolta fondamentale nella ricerca dell’artista, testimoniandone l’inizio del periodo creativo più prolifico. “Eternity is a Long Time”, che dà il titolo alla mostra, è inoltre la frase pronunciata da uno dei due attori del video Extracurricular Activity Projective Reconstruction #1 (A Domestic Scene) al partner prima che entrambi si tolgano la vita.
Altra installazione centrale della mostra è John Glenn Memorial Detroit River Reclamation Project (Including the Local Culture Pictorial Guide, 1968-1972, Wayne/Westland Eagle) del 2001, ispirata a un monumento dell’astronauta John Glenn a cui il liceo frequentato da Mike Kelley era dedicato e ricoperta da frammenti di vetro e ceramica colorati recuperati dallo stesso Kelley nel fiume di Detroit. Tecniche artistiche nobili e processi tipici di un approccio vernacolare, memoria personale e collettiva, immaginario mediatico e cultura popolare si intrecciano in un’opera emblematica.
Il progetto deve la sua unicità al coinvolgimento di Emi Fontana – curatrice italiana che vive a Los Angeles e che ha lavorato con Mike Kelley in un rapporto di stretta collaborazione negli ultimi quindici anni – e all’esperienza di Andrea Lissoni nel concepire formati espositivi unici ed innovativi per HangarBicocca. Per la realizzazione di Mike Kelley: Eternity is a Long Time si ringrazia la Mike Kelley Foundation for the Arts e tutti i prestatori delle opere.
Attivo dagli anni Settanta, Mike Kelley si impone in modo evidente nello scenario delle ricerche artistiche degli anni Ottanta. Nella sua multiforme pratica di lavoro, si muove su più media, sconfinando in campi di espressione differenti, sia nell’arte che nella musica, mai accettando la distinzione tra arte colta e vernacolare. Interessato a riattivare forme e figure legate a un immaginario adolescenziale e a indagare come la cultura popolare produce miti e ritualità, esplora soprattutto i temi della memoria, dell’identità e il rapporto con l’autorità. Utilizza oggetti e manufatti apparentemente banali sovvertendone il significato ed enfatizzandone la forza comunicativa. La sua capacità di attraversare universi di riferimento e codici differenti senza griglie concettuali fanno di lui uno degli artisti più interessanti della contemporaneità.
Muore il 31 gennaio 2012 a Los Angeles. Le sue opere si trovano nelle collezioni pubbliche e private più prestigiose del mondo, tra cui il MoMA, il Whitney e il Guggenheim di New York, la Collezione Pinault di Parigi e Venezia, il Reina Sofía di Madrid, il Museum of Contemporary Art di Detroit, il MoCA di Chicago, il Centre Georges Pompidou di Parigi.

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