Mostra Passata – NAVATE

16 Marzo - 30 Luglio 2017

Miroslaw Balka

CROSSOVER/S

A cura di Vicente Todolí

“CROSSOVER/S” è la prima retrospettiva italiana di Miroslaw Balka (Varsavia, 1958), artista tra i più rilevanti degli ultimi trent’anni che pone al centro del suo lavoro l’indagine sulla natura dell’uomo e sulla memoria individuale e collettiva. Attraverso una riflessione sulla storia dell’Europa e della Polonia, dove l’artista vive e lavora, Balka prende spunto da elementi ed eventi autobiografici per realizzare opere che affrontano temi universali con grande potenza evocativa.

La pratica artistica di Balka ruota attorno all’indagine sulla figura umana. Gli stessi titoli delle opere – generalmente costituiti da lunghe sequenze aritmetiche – riportano spesso l’altezza dell’artista. Dagli inizi degli anni Novanta, l’artista abbandona le forme antropomorfe, che avevano caratterizzato gli esordi del suo percorso di ricerca, per creare opere che rappresentano oggetti simbolici quali letti, pedane e fontane. Questi lavori vengono realizzati con l’uso di materiali comuni come legno, sale, cenere, sapone, cemento e acciaio.
La mostra in Pirelli HangarBicocca raccoglie diciotto lavori – sculture, installazioni e video – realizzati negli ultimi vent’anni ed è un percorso caratterizzato da incroci fisici, simbolici e temporali, dove anche la luce e il buio assumono un ruolo cruciale, creando un paesaggio nel quale lo spettatore è parte attiva nello spazio ed è invitato a fruire delle opere esposte attraverso il coinvolgimento di tutti i sensi.

«…Tratto sempre un’opera che sto creando come un processo di scambio, tra me stesso e gli altri. Quando realizzo un’opera e la porto nello spazio, è come un bagaglio smarrito – io ho portato il mio, lo lascio qui e qualcun altro può arrivare, prenderlo e usarlo, aprirlo dopo esserselo portato a casa o sulla panchina della stazione e guardarci dentro…»
(Miroslaw Balka, video intervista, Pirelli HangarBicocca, 2017)

“CROSSOVER/S” si apre con un’opera esperibile solo attraverso il tatto, Unnamed (2017). La tenda di velluto che solitamente segna l’ingresso alle mostre nello spazio delle Navate è riscaldata a una temperatura compresa tra i 36° e i 37°C.
Al centro dello spazio è collocata Cruzamento (2007), una struttura a forma di croce, composta da una rete metallica e cinque ventilatori. Con questa installazione Balka riflette sui concetti di attraversamento e di passaggio, creando un crocevia nella zona centrale delle Navate. Questi aspetti che portano il visitatore a concentrarsi sui propri movimenti nello spazio e sulla propria presenza in esso, ricorrono anche in altri lavori esposti in “CROSSOVER/S”, come in 200 x 760 x 550 The Right Path (2008/2015), un corridoio buio in metallo percorribile, che di fatto conduce al di fuori dello spazio espositivo senza però averne la percezione; o Soap Corridor (1995) – una struttura a forma di L le cui pareti sono rivestite di sapone – presentato per la prima volta in occasione della Biennale di Venezia del 1993.
Altre opere si riferiscono invece a una riflessione sulla dimensione domestica e collettiva, come Common Ground (2013/2016), un’installazione composta da 178 zerbini donati all’artista da alcuni abitanti di Cracovia e che compongono un’unica superficie praticabile, o 7 x 7 x 1010 (2000), una colonna di saponette usate che rievoca la memoria dei loro proprietari precedenti.
In “CROSSOVER/S” a questi motivi individuali si intrecciano anche temi legati alla storia recente della Polonia e alla memoria collettiva di eventi drammatici del passato come quelli della Seconda guerra mondiale e dell’Olocausto: così BlueGasEyes (2004), una doppia proiezione di due fornelli su superfici di sale poste sul pavimento è connessa all’immagine del focolare domestico, ma allo stesso tempo rimanda simbolicamente a possibili violenze; mentre nell’installazione 250 x 700 x 455, ø 41 x 41/Zoo/T (2007/2008) la dimensione ludica dello zoo suggerita dal titolo si trasforma in reminiscenza drammatica di quello costruito nel campo di Treblinka per distrarre e divertire le guardie.
Nell’ultimo spazio del Cubo è invece installata Yellow Nerve (2012/2015), un’opera che mette in luce le dimensioni e la vastità dello spazio, giocando con la sua verticalità: un sottile filo giallo scende dal soffitto fino a toccare il pavimento ruotando lentamente su stesso. Posta a uno degli estremi della mostra, questa “linea” verticale sembra connettersi con quella orizzontale di Holding the Horizon (2016). Quest’ultimo lavoro – posto su uno schermo a LED al di sopra della porta d’ingresso dello spazio – è stato concepito appositamente per la mostra in Pirelli HangarBicocca e mostra l’immagine instabile di una linea gialla su sfondo nero.

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